Comune di Villareggia e Comitato Villareggia: Vita, Ambiente, Sviluppo Sostenibile insieme nel ricorso al Consiglio di Stato contro l’impianto biodigestore per la produzione di biometano

Dopo essersi incontrati formalmente il Comune di Villareggia e il Comitato Villareggia: Vita, Ambiente, Sviluppo Sostenibile hanno confermato reciprocamente che procederanno con l’appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR del Piemonte che ha rigettato la richiesta di annullamento della decisione di Città Metropolitana di Torino di autorizzare il progetto di un grande impianto biodigestore per la produzione di biometano dalla fermentazione di deiezioni animali e scarti agricoli e agroindustriali nel territorio del Comune.

In questo modo e in maniera unitaria il Comune di Villareggia  e i suoi cittadini proseguiranno insieme il percorso contro  il progetto che comprometterà lo sviluppo dell’area e la qualità della vita delle persone residenti nelle aree circostanti.

Nei giorni scorsi è stata pubblicata la graduatoria relativa agli impianti che hanno partecipato alla quinta procedura competitiva prevista dalla misura del PNRR Sviluppo del biometano, per l’assegnazione dei finanziamenti per la costruzione degli impianti. Filiera Blu non risulta aver presentato la propria domanda. E’ possibile a breve una nuova ultima procedura competitiva sul bando PNRR.

Il progetto del biodigestore è stato presentato da Filiera Blu-consorzio Capac nel marzo 2021 ed è stato da subito criticato e avversato dalla popolazione di Villareggia e da varie realtà associative, ambientaliste e imprenditoriali del territorio a causa delle eccessive dimensioni dell’impianto, della localizzazione scelta, posta a ridosso del centro abitato e delle abitazioni, già gravata dalla presenza del grande impianto di essiccazione di Capac, con una viabilità non adeguata al di sopra di un’area vulnerabile della falda acquifera.

Da 4 anni il nostro Comitato e l’amministrazione comunale di Villareggia si oppongono alla decisione di autorizzare l’impianto (finanziato con fondi PNRR) nella localizzazione proposta, illogica anche in considerazione dell’assenza in zona di allevamenti con la conseguenza che gran parte delle materie organiche animali dovrà essere fatta arrivare da grandi distanze.